martedì 31 marzo 2015

Day 5: T.I.M.E. & F.A.T.E.

Buonasera maggots,

vi capita mai di pensare di stare buttando via la vostra vita? Magari non state necessariamente male, avete di tutto e di più, ma avete anche la sensazione che vi stiate perdendo qualcosa. Il pensiero più frequente è qualcosa del tipo "sì, sto bene, ma potrei fare di meglio".

Negli ultimi tempi questa sensazione mi ha assalito, al punto che non riesco più ad assaporare i vidya come prima se non ho fatto qualcosa di produttivo che abbia dato un senso alla mia giornata. È come se, mentre giocassi, arrivasse ogni volta uno spettro che continua a sussurrarmi:

"Stai buttando il tuo tempo."
"A cosa ti serve questa cosa che stai facendo?"
"Potresti fare qualcosa di più utile!"

Così, stufo delle continue apparizioni di T.I.M.E., emissario di F.A.T.E., ho fatto qualche ricerca in merito, e ho fatto una scoperta: c'è una grossa differenza tra essere felici ed essere contenti, e la maggior parte delle persone si accontenta (notate l'assonanza) solo di quest'ultima.

Mentre la contentezza è qualcosa di effimero e di immediato, la felicità è qualcosa di durevole, di stabile, insomma è quel qualcosa che ti fa dire ogni sera prima di andare a letto:

"Sono contento di come ho passato la giornata"

Come fare, quindi, per raggiungere questo stato d'animo interiore? Personalmente sono ancora convinto della risposta che diedi circa un anno fa, ossia trovare un obbiettivo qualsiasi (badate però che deve essere sincero) e inseguirlo. E se proprio non si riesce a trovare questo obbiettivo, andare per esclusione provando un po' di tutto.

Le cose vanno programmate bene però, quindi tagliando corto: ho deciso di partire per un viaggio. Non ho ancora deciso dove al 100%, ma sicuramente entro quest'anno ho intenzione di andarmene a fanculo.

Vi saluto con l'ost che ha ispirato questo post, a domani!




lunedì 30 marzo 2015

Day 4: M'lady e derivati

Salve gaglioffi,

nell'ultimo aggiornamento ho parlato di videogiochi e, sarà per l'immagine del nuovo Zelda nell'anteprima del post, c'è stato un incremento delle visite come mai prima d'ora.

Mi chiedo se otterrò lo stesso risultato con questa.

Fosse per me comunque avrei così tante cose da scrivere sull'argomento che mi sembrerebbe quasi di barare e 30 giorni non sarebbero sufficienti.

Cambiamo discorso quindi, e parliamo di relazioni sentimentali.

(Mi rendo conto che l'immagine di tre orsi ubriachi che pisciano su un bambino non sia la più adatta per un argomento del genere, ma chi mi conosce sa benissimo che non sono esattamente il signore del politically correct.)

Voi come le vivete? Siete della scuola di pensiero "l'importante è trovare qualcuno con cui si stia bene" oppure non vi accontentate di così poco e preferite aspettare il cosiddetto "vero amore", a costo di rimanere single tutta la vita?

Sinceramente, dopo essere stato tanto tempo convinto della prima parte, ho capito che le relazioni portate avanti così tanto per sono un'immensa stronzata, un peso per entrambi le parti: o si illude l'altro di una realtà inesistente e soffriamo solo noi, oppure si soffre entrambi ed è orribile lo stesso.

È anche vero però che la persona perfetta non esiste, al massimo esiste quel qualcuno che ci piace così tanto che i suoi difetti passano in secondo piano o addirittura diventano pregi.

In generale, quando una relazione diventa un sacrificio da portare avanti e non un piacere, significa che c'è qualcosa che non va e magari bisognerebbe capire se si tratti di una fase temporanea o di una cosa definitiva. In ogni caso, l'attrazione fisica da sola non vale assolutamente il peso da portare.

C'è anche da dire una cosa però, a costo di intensificare ulteriormente il fedora: non tutti sono portati per essere single. C'è anche chi soffre molto in questa condizione, a volte lo fanno in silenzio mentre a volte lo gridano ripetutamente ai quattro venti facendo la figura degli sfigati. Poi ci sono anche quelli che identificano il genere opposto come l'origine della loro sofferenza e finiscono con l'odiarlo, facendo del male al prossimo oltre che a se stessi, ma loro sono un discorso a parte.

A me personalmente piace credere che il vero amore esista. Magari non l'avrò ancora trovato, ma se è vero che dopotutto si tratta di semplice chimica, esiste sicuramente una persona in grado di suscitare in me un rilascio di endorfine esagerato e viceversa. Se così non fosse, preferisco mille volte rimanere in amicizia e va benissimo così.

Obbligatorio.

Anche per oggi ho finito, è stato decisamente troppo lungo ma non mi va di tagliare dei pezzi, vorrà dire che quello di domani sarà più breve. Cya!

domenica 29 marzo 2015

Day 3: What are you doing in space Aonuma

Buonasera nintendrones,

ma certa gente si droga? Come cazzo si fa a voler vendere Wii U o dire che Nintendo è arrivata al capolinea solo perché Zelda è stato rimandato all'anno prossimo? Boh vabbé.

...però questo momento è stato meraviglioso.
Una cosa però è vera: con ogni probabilità, c'è stato qualcosa che non andava nello sviluppo di questo titolo. Vanno bene dodici mesi di ritardo (comunque troppi per voler semplicemente "perfezionare" un gioco), ma addirittura non mostrarlo all'E3 di giugno...? I casi sono due, o hanno deciso di rifare tutto daccapo, o si sono accorti di essere in alto mare. Oppure ancora (questa è una mia teoria personale), sapevano sin dall'inizio che non sarebbero stati in grado di finirlo quest'anno, ma serviva uno scossone per portare immediata attenzione su Wii U.

Ovviamente queste sono solo supposizioni eh, tuttavia nessuna di queste sembra così improbabile. Il lato positivo è che, a quanto sembra, una volta uscito dovremmo trovarci di fronte allo Zelda più grosso di sempre. Per citare il buon Miyamoto:

“A delayed game is eventually good, a bad game is bad forever.”


Oh well, a me non cambia poi molto, d'altronde non sono ancora riuscito a prendere Wii U. Quando accadrà ve ne accorgerete, dato che non parlerò d'altro per mesi.

A domani.

sabato 28 marzo 2015

Day 2: Ecco perché porto gli occhiali

Salve amici grassi,

dovrò fare questo aggiornamento ultra velocemente dato che tra poco devo uscire e non avrò più tempo da dedicare al blog per il resto della giornata. Il problema è che a differenza di ieri sono un po' a corto di idee, per cui vi racconterò una delle mie mirabolanti avventure nell'esercito (che probabilmente qualcuno conosce già e che forse ho già raccontato sul vecchio blog, ma non importa).

Erano i primi giorni di caserma, in quel periodo gli istruttori erano particolarmente cattivi poiché era loro intenzione far desistere più gente possibile entro 15 giorni (il limite massimo per potersi ritirare). Già da qui potete immaginare l'estrema allegria che si respirava, ma del resto erano pagati per farlo, quindi con questo pensiero in testa riuscivo a reggere abbastanza bene.

Il momento di terrore puro, comunque, l'ho vissuto la mattina del terzo giorno: avevo appena finito di fare colazione ed era il momento per la compagnia di presenziare all'alzabandiera, così sono uscito dalla mensa e mi sono unito al gruppo di ragazzetti di fronte alla porta. 

C'è un momento, durante codesta cerimonia, in cui tutti i membri del gruppo devono gridare ad alta voce il nome della loro compagnia. Io facevo parte della compagnia "Falchi", quindi quando tutto intorno a me sentii gridare "Scorpio", la mia espressione fu più o meno questa.


Dopo aver maledetto a più riprese la mia memoria visiva, decisi che l'unico modo per uscirne vivi era fare finta di nulla e aspettare il momento propizio per fuggire. Il momento arrivò poco dopo: finito l'alzabandiera, la compagnia andò nella sua sede di residenza, io continuai a marciare fra di loro come un vero Scorpione (che poi è il mio segno zodiacale, probabilmente mi sono ambientato bene per questo), fino a quando l'istruttore non diede istruzioni che nemmeno mi curai di sentire.

So soltanto che, appena sentii le paroline magiche "andate" o qualcosa del genere, tutti fuggirono di corsa nelle loro camere, io invece mi fiondai nella direzione opposta, tra gli sguardi sgomenti di chi mi stava intorno.

La fuga era riuscita, fortunatamente nessuno mi aveva seguito. Ora c'era il problema di rientrare senza farsi scoprire: entrai dal retro della compagnia ed incontrai il ragazzo che c'era di piantone (una sorta di turno di guardia), non avevo altra scelta che raccontargli tutto e renderlo l'unico testimone del mio misfatto.

Fortunatamente il tipo fu molto comprensivo, non solo mantenne il segreto ma mi informò che la compagnia sarebbe passata lì di fronte di lì a poco. Seriamente, non so chi tu fossi e probabilmente non leggerai mai qui, ma quella volta mi salvasti la vita.

Mi nascosi quindi dietro la porta e attesi il momento tanto atteso: con una manovra che farebbe impallidire Solid Snake, mi infilai nel plotone mentre questi passava, NESSUNO mi vide farlo e così riuscii a scampare alla cazziata del secolo.

Peccato solo che la soddisfazione di essere riuscito in una simile impresa era tale che dopo neanche un'ora non resistetti alla tentazione di raccontarla a qualcuno, nel giro di qualche giorno la storia fece il giro della compagnia e arrivò pure all'esterno, insomma tutti questi sforzi furono annullati dal mio egocentrismo, sigh.

Vabbé, direi che le 10 righe sono state abbondantemente superate, non ho né voglia né tempo di correggere per cui se ci sono errori grammaticali ve li tenete. Magari nei prossimi giorni vi racconterò la storia del cestino scomparso, a domani.

venerdì 27 marzo 2015

Day 1: 30 Days Blog Challenge

Buonasera fagets,

vi presento oggi questa sfida personalizzata che ho deciso di imporre a me stesso come esercizio: aggiornare il blog ogni giorno, per 30 giorni di fila. Non importano gli argomenti, l'importante è che si parli di qualcosa e che questo qualcosa sia sensato (quindi niente post consistenti in pagine e pagine di khdskfhkdsfhksfdhkjsgd). Inoltre, facciamo che i post debbano essere lunghi ALMENO 10 righe, e che ognuno di essi debba avere un titolo. Se vorrete ripetere la sfida sul vostro Facebook, Tumblr o quel che vi pare, potete farlo, basta che vi ricordiate le condizioni più sopra.

Quindi... immagino di dover iniziare, anche se questa è già la nona riga. Sto barando? Un po' sì forse, ma concedetemelo, visto che ho aperto un blog ex-novo per l'occasione. A proposito, tutti i vecchi post dove sono finiti? Tranquilli, esistono ancora, semplicemente li ho spostati ad un nuovo indirizzo. Ragion per cui, se vorrete rileggere il post del 2011 dove insultavo le persone grasse in capslock, potete ancora farlo, basta che me lo chiediate in privato (a proposito, che brutto periodo quello).

Per stasera chiudo qua, preparatevi a 30 giorni di cazzate. Adios!